Oman: sulla via dell’incenso Viaggi di Archeologia Viva

Archeologia Viva n. 14 – novembre/dicembre 1990
pp. 74-80

di Alberto Siliotti

All’estremo limite della penisola arabica il Sultano dell’Oman era il punto di partenza della Via dell’Incenso che per tremila anni assicurò il trasporto della preziosa resina in tutto il bacino del Mediterraneo

Ma prima ancora i testi sumeri indicavano questo paese col nome di “Terra di Magan” dove si estraeva rame per il mondo mesopotamico

Sono le 3 del mattino e l’aereo atterra puntualissimo all’aeroporto di Muscat, capitale del Sultanato dell’Oman; qualche minuto di attesa, poi si apre il portello e vengo investito da una vampata di aria rovente. Nonostante l’ora la temperatura è di circa 40° e ovviamente salirà nelle prossime ore.

D’altra parte sapevo benissimo prima della partenza che il mese di luglio non era il più indicato per un viaggio del genere, ma la necessità di controllare direttamente un nuovo itinerario da proporre ai nostri lettori mi ha spinto a non rimandare oltre la partenza.

Inoltre da Londra mi avevano telefonato dicendomi che in quei giorni era avvenuta in Oman una importante scoperta archeologica: era stata ritrovata Ubar, un’antichissima città perduta nel deserto…

Oltrepassati i controlli doganali (sono semplicemente esterrefatto per l’ordine, la pulizia e l’efficienza che sembrano regnare nel paese) una macchina mi attende per trasportarmi allo Sheraton che per diversi giorni costituirò la mia residenza omanita.

Percorro rapidamente le poche decine di chilometri che separano l’aeroporto dalla capitale grazie ad una magnifica autostrada illuminata a giorno e mi ritrovo sistemato in albergo dove, nonostante la stanchezza, fatico a prendere sonno incuriosito da troppe cose.

Era la prima volta che partivo per un mese senza saperne quasi niente; avevo invano cercato guido o carte nelle più attrezzate librerie specializzate di Parigi e di Londra senza alcun risultato.

Ogni tanto qualcuno si limitava a chiedermi meravigliato: «Ma cosa c’è in Oman, oltre al mare e alla sabbia?». E devo confessare che non sapevo cosa ribattere. […]