Archeologia Viva n. 175 – gennaio/febbraio 2016
di Piero Pruneti
Svariati decenni di ricerche condotte in Puglia nella Grotta del Cavallo – a cui dedichiamo un articolo speciale e la stessa copertina di questo numero – ci parlano di una frequentazione umana durata parecchie decine di migliaia di anni e che delinea un segmento molto significativo della nostra storia evolutiva. In quell’antro che oggi si apre poco distante dal mare – ma che a suo tempo vedeva estese praterie, in quanto il livello delle acque era più basso di decine di metri per effetto delle grandi glaciazioni – vissero i Neanderthal, la specie protagonista del popolamento europeo durante il Paleolitico medio.
Ma in seguito ci arrivò e visse anche Homo sapiens, la specie a cui noi apparteniamo e che nel giro di alcune migliaia di anni avrebbe soppiantato in ogni angolo del continente i “rozzi” cugini: la supremazia antropologica, culturale e tecnologica del cosiddetto “uomo anatomicamente moderno” non lasciò scampo… Grotta del Cavallo fu testimone di questo passaggio.
Dunque non sono poche le ragioni per cui questo sito debba essere tutelato come un bene dell’umanità e al tempo stesso reso in qualche misura visitabile, per trasmettere il “messaggio” alle nuove generazioni: conservare le cellule di una lontana memoria collettiva è indispensabile per avere coscienza di quello che siamo.
Due parole per “tourismA 2016”. Prima della data del Salone ci sarà qualche aggiustamento, che vi consiglio di verificare sul nostro sito web, ma essenzialmente il programma sarà quello pubblicato nelle pagine precedenti. È un programma che parla da solo e che fa di “tourismA” il più importante evento europeo dedicato alla comunicazione del patrimonio. Ritengo opportuno sottolineare che “tourismA 2016” dispone di prestigiosi patrocini, ma neppure di un centesimo di sostegno pubblico. Tutta questa grandiosa festa della cultura si basa sull’entusiasmo e la stima di quanti vi partecipano, oltre che sulla vostra affollata e consolidata presenza.
Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”