Annibale: il grande viaggio Mostra a Barletta

annibale

Archeologia Viva n. 180 – novembre/dicembre 2016
pp. 56-65

di Giovanni Brizzi, Angela Ciancio, Luigi Malnati e Filli Rossi

Migliaia di chilometri percorsi con i suoi eserciti e quasi tutte le battaglie vinte in una “guerra lampo” che non cessa di impressionarci contro l’odiata città del Tevere:

Vediamo di cosa si tratta nella ricorrenza dell’epica battaglia nella piana di Canne che consacrò la sua gloria senza farne il vincitore di Roma

Nato nel 247 (o 246) a.C., Annibale era il primogenito maschio di Amilcare Barca, “la Folgore”, il condottiero protagonista della prima guerra punica.

Di antica famiglia cartaginese, tra le più aperte alla cultura greca, ebbe due fratelli minori, Asdrubale e Magone, e tre sorelle più anziane, strumento di intese politiche per il padre. Una andò sposa ad Asdrubale “il Vecchio”, suo braccio destro; un’altra, maritata al suffeta Bomilcare II, ebbe un figlio, Annone, che servì in Italia, succedendo a Maarbale a capo della cavalleria numidica.

Alla guerra con Roma Annibale era predestinato: il giuramento reso novenne al padre in partenza per la Spagna «di non essere mai amico del popolo romano», riportato da Polibio e poi da altri storici antichi, è oggi per lo più ritenuto autentico.

Gli giovò nell’impegno la regola di vita, improntata alla massima austerità, che gli diede grande resistenza rispetto a ogni privazione, fisica e morale, una solidità che, fin da giovane, aveva rafforzato con l’addestramento.

Prima di divenire comandante, crebbe infatti tra i soldati come valletto di truppa. Educato secondo i canoni di una duplice cultura, punica e greca, Annibale trasse dal côté ellenico la sua preparazione bellica.

Per lui Amilcare scelse un istruttore di Sparta, Sosilo, che, giunto in Spagna, divenne uno degli storiografi del Barcide.

Nel quadro di un tirocinio completo Annibale dovette leggere i testi scritti dagli storici e biografi greci sulle campagne dei generali ellenistici, Filippo II di Macedonia e soprattutto Alessandro, Antigono Monoftalmo e suo figlio Demetrio Poliorcete, Pirro, Santippo; ma forse conobbe e meditò anche le opere di Senofonte, le Effemeridi reali di Eumene di Cardia, le Memorie di Tolemeo I Sôter, le Praxeis di Callistene e ogni altro scritto di argomento bellico. Alla sua formazione concorsero certo i poemi di Omero e le Storie di Tucidide. […]