Harwa. Nel cenotafio del grande maggiordomo Scavi italiani a Luxor

scoperte in egitto harwa

Archeologia Viva n. 180 – novembre/dicembre 2016
pp. 40-55

di Francesco Tiradritti

Con i suoi quattromila metri di estensione è uno dei monumenti funerari più vasti mai realizzati da un privato cittadino nell’antico Egitto

Le ricerche in corso stanno anche rivalutando l’epoca dei “faraoni neri” sotto il profilo artistico e culturale

Gli scavi in quella che allora era nota come la Tomba di Harwa (TT 37) hanno avuto inizio venti anni fa, il 30 ottobre 1996, dopo una ricognizione preliminare del monumento effettuata l’anno precedente.

I lavori, che ebbero inizio sotto l’egida delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, segnavano la prima esplorazione scientifica sistematica della struttura sotterranea, già visitata, almeno dall’inizio del XIX secolo, da tombaroli in cerca di antichità.

Le ricerche hanno acquistato sempre maggiore rilievo nel panorama egittologico internazionale, tanto da motivare la creazione, nel 2003, di un’istituzione scientifica specifica, la Missione Archeologica Italiana a Luxor (MAIL) che riunisce oggigiorno specialisti provenienti da oltre dieci nazioni.

Tutto questo è stato possibile grazie al generoso sostegno di privati (primi tra tutti la famiglia dello scrivente, Franco, Giacomo e Metella Tiradritti, e gli amici Marco e Maria Grazia Bianchi), ma anche grazie al contributo del Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, della Fondazione della Compagnia di San Paolo di Torino, delle Assicurazioni Toro e di imprese come Alcatel, Italcementi e Gruppo Galgano. […]