Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 180 – novembre/dicembre 2016

di Piero Pruneti

La copertina della rivista è dedicata a una delle vicende archeologiche più significative del nostro Paese. Si tratta del nuovissimo Parco di Aosta e del suo museo, dove ci viene proposta la visita dell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, esito felice di un impegno scientifico e amministrativo che ha preso avvio dalla sensazionale scoperta avvenuta alla periferia del capoluogo quasi mezzo secolo fa. Ora la piccola regione alpina si presenta davanti all’Europa con una struttura modello, interamente riservata a un brano di passato che appartiene al patrimonio comune del Vecchio Continente. Questa volta si è deciso di “investire in cultura” senza mezzi termini per quanta riguarda le necessità espositive e didattiche, con la precisa volontà di farsi capire da tutti. Non è facile comunicare la Preistoria, il significato di un ammasso di ciottoli, di semplici buche, di grosse pietre piantate in terra… E poi la dimensione del tempo, così diversa dalla realtà nostra, dove tutto cambia non nei millenni ma di minuto in minuto. Nel grandioso spazio preistorico di Saint-Martin-de-Corléans si è lavorato decenni per dare risposte corrette e trasmissibili.

Su questo stesso numero diamo spazio a un’altra realizzazione museale, che abbiamo voluto mettere in evidenza per due diversi motivi. Il primo è che riguarda una vecchia conoscenza, l’Apoxyomenos di Lussino, il capolavoro le cui vicende i nostri lettori hanno avuto il privilegio di seguire in diretta fin dall’inizio. Ora il celebre Bronzo ha trovato collocazione definitiva sull’isola che l’ha restituito. E qui siamo alla seconda ragione per cui ne parliamo: il museo che lo ospita, molto particolare per le soluzioni adottate. Secondo noi si tratta di una scelta museografica coraggiosa ed efficace, che rompe con la tradizione aulica comunemente accettata per i luoghi dove è esposta l’arte antica, esaltando per contrasto nella sensibilità estetica contemporanea una grande opera della classicità.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”