Il “bel San Giovanni” come lo vide Dante Alighieri Obiettivo su...

battistero

Archeologia Viva n. 174 – novembre/dicembre 2015
pp. 54-57

di Nicoletta Matteuzzi

Sette lastre marmoree conservate nel Senese presso una chiesa dell’antico borgo di Sarteano proverrebbero dal fonte battesimale del celebre San Giovanni di Firenze com’era ancora al tempo di Dante che con nostalgia lo citò  nella sua Commedia

La ricostruzione del loro trasferimento ci propone uno scorcio interessante di storia medievale

In un vano adiacente alla trecentesca chiesa di San Francesco a Sarteano, in provincia di Siena, sono conservate sette lastre marmoree frammentarie di notevole interesse. S

ono decorate con campi a tarsie geometriche bianche e verde scuro, racchiusi da una cornice esterna con motivo a gigli incorniciati da una sorta di tenaglia alternati a un petalo bipartito, e arricchite al centro da una doppia cornice circolare o ottagonale a fiori di loto e palmette, a racchiudere un diverso motivo a tarsia e un rosone scolpito.

Una formella è decorata con tarsie a linee spezzate concentriche (lastra 1), un’altra a piccoli triangoli e foglie (lastra 2); due frammenti mostrano lo stesso decoro a losanghe e triangoli (lastre 3-4) e tre hanno tarsie a onde e archetti (lastre 5-7).

I frammenti con gli stessi motivi intarsiati – e lo stesso tipo di rosone centrale – sono parti di due plutei doppi, spartiti da una cornice liscia, presente anche sulle due lastre che ora risultano non appaiate, ma che in origine dovevano avere un proprio pendant. […]