Lo sciamano del Riparo Dalmeri L'uomo e il sacro

sciamano

Archeologia Viva n. 174 – novembre/dicembre 2015
pp. 48-53

di Sergio Poggianella; scheda di Giampaolo Dalmeri

Le pietre dipinte ritrovate nel celebre riparo sotto roccia del Trentino ci portano a riflettere sulla dimensione dello sciamanismo nella storia dell’uomo a partire dai tempi paleolitici

In Trentino, a 1240 metri di altitudine nella piana della Marcèsina, è stato scoperto un sito epigravettiano sotto roccia, il Riparo Dalmeri (dal nome del suo scopritore), affascinante accampamento di cacciatori paleolitici della fine dei tempi glaciali (vedi: AV n. 90).

Qui, durante gli scavi iniziati nel 1991, nell’area rituale di fronte al riparo è stato rinvenuto un eccezionale corredo di 267 pietre dipinte che non ha eguali nei siti preistorici europei.

Le pitture in ocra rossa, a silhouette, a stesura piatta del colore senza contorni realizzate su pietra calcarea locale, sono a soggetto antropomorfo, zoomorfo, fitomorfo, con segni schematici e impronte di mani: una varietà stilistica e tipologica che ha dato impulso a un’intensa serie di studi sulla vita artistico-religiosa degli uomini vissuti nel Paleolitico superiore.
 Il 75 per cento delle pietre è stato rinvenuto con il lato dipinto rivolto verso il basso.

Le pietre dipinte del Riparo Dalmeri hanno il grande vantaggio di essere oggetti di arte mobiliare provenienti da uno scavo stratigrafico.

Dall’analisi archeozoologica si è dedotto che presso questo riparo si radunavano stagionalmente, tra l’estate e l’autunno, gruppi umani epigravettiani dediti alla caccia di caprioli, cervi, camosci, ma anche orsi, tassi e uccelli.

La preda più ambita era comunque lo stambecco, a cui appartiene circa il 90 per cento dei resti faunistici trovati. Insieme, venivano praticate pesca e raccolta di frutti selvatici. […]