Borgo Cerreto: un archivio biologico in Valnerina Scienze per l'archeologia

studio Mummie paleopatologia Fornaciari

Archeologia Viva n. 181 – gennaio/febbraio 2017
pp. 64-69

di Gino Fornaciari; collaborazione di Agata Lunardini

Le indagini paleopatologiche sulle mummie naturali scoperte nella chiesa di un antico paese dell’Umbria

consentono di ricostruire lo stile di vita e lo stato di salute di una piccola comunità rurale dei secoli scorsi

L’Umbria è senz’altro tra le regioni italiane più ricche di corpi mummificati. Sono numerose sia le mummie di singoli individui, i cosiddetti “corpi santi”, mummificatisi naturalmente o artificialmente, come quelli di santa Rita da Cascia (1381-1457) o di santa Chiara da Montefalco (1268-1308), sia i complessi di mummie, come quello di Ferentillo (Tr), noto fin dal XIX secolo.

La scoperta del complesso di mummie naturali nella chiesa dei Santi Gesù e Maria a Borgo Cerreto, in provincia di Perugia, è piuttosto recente: risale alla seconda metà del secolo scorso e ha restituito un materiale di studio prezioso. Queste mummie sono state studiate scientificamente a partire dal 1998, a cura del Laboratorio di Paleobiologia del Museo d’Arte Orientale “G. Tucci” di Roma, diretto da Lorenzo Costantini, e della Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, diretta dallo scrivente.

Borgo Cerreto è una piccola frazione del comune di Cerreto di Spoleto, lungo la strada provinciale della Valnerina tra Spoleto e Norcia. La chiesa dei Santi Gesù e Maria, dove sono state trovate le mummie, fu fatta costruire nella prima metà del XVII secolo come cappella privata da Baronio Vincenzi, facoltoso medico e letterato originario del paese.

Sotto il piano pavimentale furono ricavate due cripte, una delle quali (cripta nord), come era nella tradizione dell’epoca, fu destinata a sepolcro del committente e dei suoi eredi.

Baronio Vincenzi (?-1659) trascorse la gioventù a Borgo Cerreto fino a quando fu ammesso all’università, probabilmente quella di Bologna, dove conseguì il titolo di “Physicus et Medicus”. Terminati gli studi, prima fu medico condotto nello stesso comune di Cerreto e in seguito svolse funzioni di protomedico a Foligno.

Il valente medico di Borgo Cerreto morì nel suo paese e fu sepolto nella cripta della chiesa di famiglia, nella quale, nel corso del Settecento e poi a più riprese fino al 1861, furono deposte anche numerose altre salme non appartenenti alla sua discendenza. Le particolari condizioni microclimatiche del locale ipogeo (assenza di luce, temperatura stabile e scarsa umidità) hanno favorito la mummificazione naturale dei corpi.

I reperti antropologici rinvenuti all’interno della cripta fanno pensare anche alla pratica della chirurgia e dell’anatomia; tant’è che tra i resti mummificati sono stati rinvenuti tre crani, uno dei quali con segni di un’operazione chirurgica, mentre gli altri due furono oggetto di dissezione anatomica. […]