Archeologia Viva n. 181 – gennaio/febbraio 2017
pp. 60-63
a cura di «Archeologia Viva»
Il racconto in realtà aumentata con cui ora è possibile visitare il Museo dell’Ara Pacis
consente di “rivivere” il famoso monumento augusteo nella sua straordinaria dimensione quotidiana e celebrativa
«Quando ritornai dalla Spagna e dalla Gallia, durante il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, dopo i buoni esiti delle operazioni in quelle province, il Senato decretò in onore del mio ritorno la consacrazione di un altare alla Pace augustea in Campo Marzio e ordinò che su quell’altare magistrati, sacerdoti e Vergini Vestali celebrassero ogni anno un sacrificio» (Res gestae, II, 12). Lo stesso Augusto con queste parole testimonia la decisione del Senato di costruire l’Ara Pacis in Campo Marzio nel 13 a.C.
Non si trattò di un’impresa semplice e dalla ricchezza della realizzazione architettonica lo si intuisce: l’Ara venne ultimata e dedicata solennemente alla Pax Augustea il 30 gennaio del 9 a.C. Ora storia e tecnologia s’incontrano per una visita immersiva e multisensoriale di questa straordinaria testimonianza dell’Urbe: si chiama “L’Ara com’era” ed è il primo intervento sistematico di valorizzazione in realtà aumentata e virtuale del patrimonio culturale di Roma.
Sovrapponendo elementi virtuali alla percezione visiva, è possibile assistere a un racconto multimediale, comprendere l’aspetto originario e la funzione dell’altare e osservare le trasformazioni del Campo Marzio settentrionale, l’area di Roma prescelta da Augusto per celebrare il proprio potere. “L’Ara com’era” presenta una innovativa esperienza di “realtà aumentata”, dove elementi virtuali e reali si fondono direttamente nel campo visivo dei visitatori. […]