Incontro con Paolo Brusasco La voce della storia

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Archeologia Viva n. 183 – maggio/giugno 2017
pp. 62-65

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«La situazione dei beni culturali nel Vicino Oriente si può considerare più drammatica di quella delle due guerre mondiali»

«L’Isis pubblicizza le proprie distruzioni mentre gli altri cercano di nasconderle»

«Ad Apamea si contano diciottomila buche di saccheggiatori»

«Nel disastro generale giganteggiano i semplici “monuments men”»

Docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente antico all’Università di Genova, Paolo Brusasco è uno dei massimi esperti internazionali della crisi nel Vicino Oriente, in particolare per quanto riguarda Iraq e Siria, i Paesi più tormentati anche sotto il profilo dei danni subiti dal patrimonio culturale.

Il professor Brusasco ha condotto la supervisione di rilevanti scavi archeologici nel Mediterraneo, in Siria (Tell Shiyukh Tahtani) e in Iraq (“Missione a Babilonia” dell’Università di Torino).

Attualmente dirige il progetto di scavo dell’Università di Genova “Antica Assiria” nel nord dell’Iraq e l’iniziativa italo-irachena sulla riabilitazione del Museo di Mosul.

Tra le più recenti pubblicazioni: La Mesopotamia prima dell’Islam. Società e cultura tra Mesopotamia, Islam e Occidente (Bruno Mondadori 2008); Babilonia. All’origine del mito (Raffaello Cortina 2012); Tesori rubati. Il saccheggio del patrimonio artistico nel Medio Oriente (Bruno Mondadori 2013). Per la casa editrice La Nave di Teseo è in pubblicazione L’Arte violata della Mesopotamia.

Dopo il suo attesissimo intervento a “tourismA 2017”, gli abbiamo chiesto di fare il punto della situazione nella lunga intervista che segue, in particolare per quanto riguarda Iraq e Siria, i Paesi più tormentati. […]