Viaggio a Palermo nel “nuovo” museo Salinas Futuro del passato

palermo museo salinas

Archeologia Viva n. 183 – maggio/giugno 2017
pp. 50-55

di Francesca Spatafora
Schede di Sandro Garrubbo, Alessandra Merra, Elena Pezzini, Costanza Polizzi e Giuliana Sarà

Il museo archeologico più prestigioso della Sicilia e uno dei più importanti a livello internazionale ha riaperto le sale

proponendosi come fiore all’occhiello di un nuovo e coinvolgente rapporto fra il pubblico e i contenuti scientifici stratificatisi in quasi due secoli di ricerche archeologiche

Luminosità, ariosità, accessibilità. Su queste tre parole chiave è stato costruito l’attuale percorso espositivo del rinnovato Museo archeologico “Antonino Salinas”.

La più antica e prestigiosa istituzione museale pubblica di Sicilia ha riaperto le porte con una partecipazione di pubblico che testimonia un legame mai rescisso della città con il suo storico luogo della memoria antica.

La chiusura, durata cinque anni, è stata fondamentale per restituire al complesso la sua più autentica fisionomia e dotarlo di tutti i sistemi degni di un museo moderno (progettista e direttore dei lavori Stefano Biondo con la collaborazione di Patrizia Amico).

Il restauro dell’antica Casa dei Padri della Congregazione di San Filippo Neri, costruita a partire dai primi decenni del Seicento e divenuta sede del Museo Nazionale di Palermo fin dal 1866, è stata infatti l’occasione per studiare il monumento, scoprirne alcune parti occultate nel corso degli adattamenti effettuati tra il 1867 e il 1873, per restituire l’originaria spazialità ad alcune porzioni dell’edificio pesantemente modificate.

All’intervento di carattere filologico si è affiancato un più moderno e ardito innesto che ha permesso, attraverso la collocazione di grandi superfici e coperture vetrate, di recuperare ampi e suggestivi spazi.

Il confronto tra archeologi e museografi ha determinato il superamento dell’impostazione tipologica attribuita alle collezioni negli anni del dopoguerra e l’enucleazione di tematiche ben definite.

Si è cercato, soprattutto, di far comprendere il processo di formazione del Museo, restituendo unitarietà ai diversi contesti che, attraverso due secoli, hanno contribuito alla sua formazione, a partire dalle collezioni di stampo settecentesco e fino ai materiali delle ricerche moderne che hanno ridisegnato la vicenda antica dell’isola. […]