Duemila anni di Colosseo A proposito di...

colosseo roma

Archeologia Viva n. 184 – luglio/agosto 2017
pp. 70-75

A cura di Archeologia Viva in collaborazione con Electa

Il Colosseo, il monumento più famoso e popolare di tutta la romanità non cessò di vivere alla fine del mondo antico

I suoi spazi e la sua stessa presenza, infatti, si sono sempre imposti alla città che lo circonda e che ora gli dedica una mostra

Sepolto in parte tra vigne e orti, ormai privato di funzione e significato, il Colosseo emerge orgogliosamente in documenti visivi medievali: una forma rotonda al centro degli altri monumenti che simboleggiano la città. Campeggia al centro delle bolle imperiali, nei sigilli di lusso di Federico Barbarossa (XII sec.) e di Ludovico il Bavaro (1328). Immagini di questo tipo dovevano circolare all’epoca; e, verosimilmente, un prototipo comune ispirò due “ritratti” tardogotici di Roma, dipinti a pochissima distanza di tempo l’uno dall’altro. Il primo, fra 1411 e 1412, si deve ai fratelli olandesi Paul, Jean e Hermann de Limbourg, al servizio del duca di Berry, fratello del re di Francia; il secondo, fra 1413 e 1414, al pittore senese Taddeo di Bartolo, al Palazzo Pubblico di Siena: nel cerchio della città disseminata di monumenti, il Colosseo spicca, quale presenza ormai assurta a simbolo cittadino a tutti gli effetti.

La fine dell’uso come edificio da spettacolo, nel corso del VI secolo, non comportò l’abbandono del Colosseo, ma piuttosto l’inizio di una nuova fase di vita, con funzioni completamente diverse. A partire dall’XI secolo alcuni documenti d’archivio ci mostrano come molti degli ambienti dell’antico anfiteatro fossero ormai occupati da strutture funzionali, definite cryptae nella documentazione del tempo. Gli scavi condotti all’interno del monumento a partire dal 2011 hanno consentito di mettere in luce due di queste cryptae, databili tra XII e XIII secolo. Gli ambienti sottostanti la cavea dell’anfiteatro vennero attrezzati con soppalchi in legno per il fieno, mangiatoie, abbeveratoi, e trasformati in stalle e magazzini. Nel XIV secolo una fase di massicce spoliazioni comportò la demolizione di questo settore del monumento e l’abbandono anche delle cryptae. […]