Ritorno al Riparo Mezzena Scienze per l'archeologia

scienze archeologia

Archeologia Viva n. 184 – luglio/agosto 2017
p. 69

di Sahra Talamo

Un caso conclamato di meticciamento fra Neandertal e Homo sapiens che ora non è più tale…

Una manciata di ossa, frammenti di cranio e di una mandibola venuti in luce nel lontano 1957 nel riparo Mezzena, sulle colline di Avesa, alla periferia di Verona, tornano a fare notizia. Cleto Corrain, antropologo dell’Università di Padova, aveva allora ipotizzato l’attribuzione dei resti all’Uomo di Neandertal, associando i reperti umani alle ricche industrie musteriane (gli strumenti prodotti durante il Paleolitico medio dal Neandertal – ndr) degli strati inferiori del deposito. Ciò, indipendentemente dal fatto che provenissero dallo strato superficiale del giacimento, evidentemente manomesso, vista la presenza in tale livello di manufatti e fossili di vari periodi (anche di età moderna). I resti così etichettati si erano aggiunti alle collezioni del Museo di Storia naturale di Verona. Giova ricordare che all’epoca per la datazione non erano disponibili le sofisticate metodiche odierne. […]