L’Antico porto di Classe. Dalla romanità alla rinascita L'Italia tardoantica

L’Antico porto di Classe. Dalla romanità alla rinascita

Archeologia Viva n. 173 – settembre/ottobre 2015
pp. 22-29

di Luigi Malnati, Andrea Augenti, Daniela Baldeschi, Marco Cammelli, Sergio Fioravanti, Chiara Guarnieri, Alberto Rebucci e Elsa Signorino
a cura di Raffaella Branzi Maltoni – Fondazione RavennAntica

Fu uno degli scali portuali più prestigiosi del mondo romano raggiungendo il proprio apogeo al tempo in cui Ravenna divenne la capitale dell’Impero

Ora è l’esempio di come si può riscoprire una grande storia sepolta rendendo leggibile la vasta area urbana e portuale coperta nei secoli da insabbiamenti  e alluvioni e restituitaci da un ventennio di scavi: è nato il Parco archeologico di Classe

L’Adriatico è da sempre una delle vie, forse la principale e più diretta, di collegamento tra mondo mediterraneo ed Europa centrale. Lo testimonia già nell’età del Bronzo il sito di Frattesina di Fratta Polesine (in provincia di Rovigo), approdo di mercanti micenei, cui seguiranno altri porti a seconda delle epoche: Verucchio/Rimini, Adria, Spina… fino ad Aquileia e Venezia.

In questa sequenza Ravenna s’inserisce acquisendo un ruolo di sempre maggiore rilievo come sbocco al mare di tutta l’area padana a partire almeno dal IV sec. a.C. e accrescendo progressivamente la sua importanza dalla prima età imperiale (I sec. d.C.), approfittando della protezione che poteva assicurare il sistema lagunare che la circondava.

Già in età romana repubblicana le particolari condizioni topografiche ne avevano assicurato un ruolo di primo piano nel sistema di potere dell’Urbe. Qui si trovava, ad esempio, un’importante caserma di addestramento per i gladiatori. […]