Labirinti di memorie. Aosta e il museo… sotto-sopra Obiettivo su...

Aosta sotterranea

Archeologia Viva n. 187 – gennaio/febbraio 2018
pp. 72-77

a cura di Giulia Pruneti; consulenza scientifica Maria Cristina Ronc

Una città sotto la città: basta scendere qualche gradino tenendo gli occhi ben aperti e si entra nel cuore antico della Valle… e tutto senza uscire dal Museo Archeologico Regionale

Un’idea semplice e straordinaria, da cui è nato il nuovo percorso espositivo del MAR, il Museo Archeologico Regionale della Valle d’Aosta, che in questo modo non solo raddoppia la superficie espositiva, ma crea un tutt’uno col sottosuolo “parlante”, permettendo il contatto diretto con i resti monumentali della Porta Principalis Sinistra (quella che si apriva sulla strada per il passo alpino del Gran San Bernardo e l’altopiano svizzero) e di un importante edificio pubblico reinterpretato di recente come lo stadio della città antica.

Stiamo parlando di Augusta Praetoria Salassorum, la colonia fondata da Augusto nel 25 a.C. alla confluenza del torrente Buthier con la Dora Baltea, nel territorio delle tribù celtiche dei Salassi. È una nuova opportunità per conoscere da vicino l’anima del capoluogo valdostano, che ancora ci propone una sorta di istantanea del modello urbanistico più diffuso nel mondo romano.

E infatti, in un unico scatto nel centro di Aosta è possibile incorniciare il teatro, il foro (con tanto di portico coperto) e l’anfiteatro. Tutti “pezzi archeologici da novanta” che ci sono arrivati in uno stato di conservazione eccezionale.

Si deve immaginare la città antica circondata da una robusta cinta muraria, alla quale si accedeva da quattro porte monumentali: Porta Praetoria, Porta Principalis Sinistra (i cui resti sono appunto visibili nel percorso sotterraneo del MAR), Porta Principalis Dextera e Porta Decumana.

Queste, inserite nelle mura ai quattro punti cardinali, controllavano i due assi viari principali (Decumanus maximus e Cardo maximus) che, posti ortogonalmente, definivano le insulae, quelle che oggi chiamiamo “isolati”. Come sempre la vita vissuta, con il passare dei secoli, anche per Aosta ha comportato modifiche, tuttavia gli interventi medievali e moderni non hanno stravolto il progetto urbanistico originario. […]