Il principe celtico di Lavau Dentro lo scavo

Il principe celtico di Lavau

Archeologia Viva n. 171 – maggio/giugno 2015
pp. 58-61

di Nicola Bianca Fàbry e Daniele Vitali

Nel nord della Francia le ricerche di archeologia preventiva condotte dall’Inrap hanno portato alla scoperta della ricca tomba intatta di un personaggio di alto rango appartenente alle élites celtiche della metà del I millennio a.C.

Una tomba principesca dal corredo spettacolare è venuta in luce a Lavau (Dipartimento dell’Aude), pochi chilometri da Troyes, nella Champagne, in un’area periferica destinata a zona commerciale, oggetto delle ricerche condotte dall’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives) e in particolare dall’équipe di B. Dubuis e E. Millet.

Ai risultati finora raggiunti è stata data grande pubblicità, secondo uno spirito che contraddistingue l’Inrap, che così intende dare soddisfazione alle legittime curiosità del contribuente francese, cui presenta con dovizia di particolari e nella massima trasparenza i risultati della propria attività.

Le scoperte di Lavau – non ancora completate – dimostrano l’importanza degli scavi preventivi (si veda l’intervista a Daniele Manacorda in AV n. 170), senza i quali questa eccezionale testimonianza storica sarebbe andata perduta, finita in discarica o ricoperta da colate di cemento.

Area funeraria monumentale per molti secoli

L’area della tomba principesca di Lavau occupa uno spazio che fu utilizzato da diversi cimiteri nel corso del tempo, a partire da un’importante necropoli relativa all’età del Bronzo (1300-800 a.C.); questa alla fine del VI sec. a.C. fu delimitata da un complesso sistema di fossati profondi tre metri, che inclusero anche lo spazio della nuova tomba principesca ora scoperta e di altre due tombe dell’età del Ferro (il cui rapporto con quella del “principe” deve essere approfondito): una femminile con parure di bracciali di bronzo massiccio e una di guerriero armato di spada. Un cimitero di età gallo-romana venne impiantato, cinque secoli dopo e in tale occasione i fossati protostorici vennero svuotati e riattivati.

Quel tumulo scomparso che ha salvato il corredo

La tomba a camera di Lavau in origine era ricoperta da un tumulo oblungo di almeno ben quaranta metri di diametro, delimitato tutt’intorno dal fossato, ma la sopraelevazione di terra fu spianata in età medievale con le arature. In seguito alla scomparsa del tumulo si perse nozione, “fortunatamente”, anche della ricca camera funeraria, che così si sottrasse al saccheggio (da cui purtroppo non si salvarono molti altri tumuli dell’area franco-germanica delle “residenze principesche”).

L’ambiente, di quattordici metri quadrati e profondo due, era costituito da una camera a pareti di legno, con travi che sostenevano la copertura. La camera ospitava un inumato, disteso al centro con accanto un carro a due ruote, mentre il corredo di vasi era deposto agli angoli.

Le falangi di un piede e una rotula documentano il buono stato di conservazione dei resti scheletrici, importante per le analisi e gli approfondimenti scientifici. All’inumato sono associati un fodero di ferro contenente la lama di un lungo coltello o di una daga. […]