Frattesina di Fratta Polesine. Traffici e mercanti nell’Alto Adriatico Protostoria padana

Frattesina Polesine

Archeologia Viva n. 188 – marzo/aprile 2018
pp. 22-38

di Paolo Bellintani, Michele Baldo, Claudio Balista, Andrea Cardarelli, Claudio Cavazzuti, Federica Gonzato, Raffaele Peretto, Francesco Quondam, Luciano Salzani, Massimo Saracino, Ursula Thun Hohenstein e Maria Cristina Vallicelli

Duemila anni prima di Venezia lungo un ramo scomparso del Po e in prossimità del suo delta si sviluppò uno dei più importanti centri produttivi e commerciali del Nord Italia dove si incontravano le linee di traffico fra Mediterraneo ed Europa continentale

Sono passati cinquant’anni dalla sensazionale scoperta in una regione – il Polesine – dove terre e acque si sono sempre trasformate a vicenda contribuendo al fascino tutto particolare di una grande realtà archeologica

Frattesina è il nome di una fertile campagna a sud-est del centro abitato di Fratta Polesine in provincia di Rovigo. Siamo nel cuore del Polesine, terra ricca e produttiva, ma anche terra di alluvioni e confine storicamente conteso tra Venezia e Ferrara. Terra di lotte bracciantili e di paesaggi che ispirarono Giovannino Guareschi (l’autore di Peppone e Don Camillo).

Terra costantemente rimodellata dal mutevole corso dei fiumi (Po, Adige e Tartaro-Canalbianco) con cui l’uomo si è sempre confrontato, fino a definire un intreccio di acque e terre dai tratti marcatamente “umani” e nel contempo di grande bellezza, come nel Delta del Po.

Ma tra II e I millennio a.C. il Polesine ebbe un ruolo ben diverso: fu per la prima volta punto d’incontro tra Mediterraneo e continente europeo alla testa del Mare Adriatico, prima di Adria e Spina, di Ravenna e Aquileia e poi di Venezia.

Le tracce di questo passato – fatto di uomini, idee e merci in viaggio lungo la “via dell’ambra”, che dal Baltico giungeva fino all’Egeo e alle coste levantine – sono ora “palinsesti archeologici” fatti di terra, cocci, strumenti e ornamenti in bronzo, vetro, ambra, avorio… sepolti sotto spessi depositi alluvionali.

Le ricerche hanno permesso di esplorare una parte di questo grande patrimonio e di renderlo pubblico grazie soprattutto a due musei nazionali, di Adria e Fratta Polesine, e a uno dei più grandi musei civici regionali, il Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo. In tutto questo ha un ruolo centrale la scoperta dell’abitato protostorico di Frattesina, avvenuta nel 1967 a opera del CPSSAE – Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo.

Il sito assunse poi fama internazionale grazie alle ricerche e agli scavi diretti tra il 1974 e il 1989 da Anna Maria Bietti Sestieri, allora funzionaria archeologa presso il Museo “L. Pigorini” di Roma e oggi socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei.  […]