Le urne dei forti: vita e morte nelle terramare Protostoria europea

Modena. Vita e morte nelle terramare

Archeologia Viva n. 170 – marzo/aprile 2015
pp. 56-66

di Andrea Cardarelli e Cristiana Zanasi

Le necropoli degli abitati che nell’età del Bronzo si diffusero nella pianura padana raggiungendo livelli di civiltà all’avanguardia nel continente europeo ci consentono di comprendere aspetti dell’organizzazione sociale che si riflettono nei rituali funerari

Ecco il caso significativo degli scavi condotti a Casinalbo

Nei secoli centrali del II millennio a.C. nel Mediterraneo orientale si erano già formati da tempo civiltà e grandi imperi, come quello egizio o quello hittita.

Al tempo stesso nell’Egeo la civiltà micenea raggiungeva il suo apice, con momenti eroici i cui echi ci sono giunti attraverso le gesta raccontate da Omero.

A questo mondo così progredito facevano riscontro in Europa società meno avanzate, ma non per questo prive di importanti e significative espressioni di civiltà.

Anche se nessun cantore antico ci ha tramandato le storie dei popoli europei dell’età del Bronzo, i rinvenimenti ci fanno comprendere che nell’Europa di quei tempi esistevano comunità a base eroica e guerriera, capaci di raffinate produzioni artigianali, ispirate da una ideologia che rivela una forte spiritualità.

I caratteri di queste società, pur differenziandosi nelle varie aree, hanno molti elementi in comune ed evidenziano una sostanziale unità culturale, forse la più antica del continente europeo. Traffici e scambi di beni, anche a lunga distanza, erano frequenti.

L’approvvigionamento del rame e soprattutto dello stagno, necessario per realizzare la lega del bronzo, era la principale motivazione di questi contatti, ma molti altri beni, quali ad esempio l’ambra, circolavano in Europa attraverso una fitta rete di rapporti che raggiungeva anche l’area micenea, dalla quale d’altra parte provenivano, con le loro merci, naviganti e artigiani che in certi periodi frequentarono assiduamente le coste della Penisola. […]