Circoli di pietre: gli Etruschi e l’ideologia della casta Italia preromana

Archeologia Viva n. 169 – gennaio/febbraio 2015
pp. 16-26

di Simona Rafanelli, Enrico Pellegrini e Maria Cristina De Angelis

Agli inizi dell’età del Ferro gli spazi sepolcrali delimitati da circoli di pietre furono l’espressione di società dove l’idea del privilegio sociale cominciava a imporsi come conseguenza delle ricchezze che andavano accumulandosi in poche mani

Il fenomeno si pone agli inizi della civiltà etrusca ma si riscontra anche presso altri popoli italici

La scena descritta da Omero visualizza con efficacia la sequenza delle operazioni d’innalzamento di un tumulo funerario, a partire dal tracciato di un cerchio sul terreno.

Il Circolo di pietre isola lo spazio del defunto dal resto della comunità, dei vivi ma anche dei morti. Tuttavia il Circolo anche “include” e ciò si verifica quando si ritiene che altri abbiano diritto di condividere quello spazio, secondo un’usanza già affermatasi nella Grecia dell’età del Bronzo, come sembrano dimostrare i grandi circoli di Micene (XVII-XIV sec. a.C.).

In Etruria il fenomeno compare con una certa frequenza in età Orientalizzante, a partire da fine VIII sec. a.C. Ma l’attestazione più eclatante di questa connotazione “inclusiva” del Circolo è documentata a Vetulonia, l’antico centro etrusco che si affacciava sul lago Prile, un vasto stagno (o laguna costiera) oggi ridotto a un modesto padule presso Castiglione della Pescaia nella Maremma grossetana. […]