Archeologia Viva n. 165 – maggio/giugno 2014
pp. 72-73
di Mario Mazzoli
L’impiego di droni (aeromobili a pilotaggio remoto) sta cambiando il modo di documentare il territorio in modo agile ed economico anche per quanto riguarda le aree e i monumenti archeologici
Archeologi, geografi, geologi… spendono tante energie per procurarsi immagini.
Foto in proprio, ortofoto, foto aeree, dettagli, riprese da palloni frenati e filmati presentano caratteristiche proprie legate al mezzo di ripresa e alla situazione in cui sono realizzati. Ecco perché, da quando abbiamo cominciato a proporre l’utilizzo di droni (aeromobili a pilotaggio remoto o APR), le esperienze si moltiplicano in misura esponenziale.
Questi velivoli, dal rischio molto contenuto, consentono molteplici opportunità. Stiamo parlando di un impiego professionale, perché non basta un corso di pilotaggio e l’acquisto di un drone per fare un lavoro credibile.
Un risultato concreto – e fruibile anche dalla comunità scientifica – è condizionato da un complesso insieme di hardware, software e capacità del pilota che va continuamente aggiornato e bilanciato in base alle necessità locali. […]