Jesolo/Equilo. Lunga storia sulla Laguna Fra tarda antichità e Medioevo

Archeologia Viva n. 202 – luglio/agosto 2020
pp. 56-67

di Sauro Gelichi, Alessandra Cianciosi e Silvia Cadamuro

I villeggianti che in estate affollano la celebre località balneare nordadriatica non immaginano quanto complessa e affascinante sia la storia di questa “terra sull’acqua” fra una stazione di posta per i naviganti tardoantichi e ciò che resta di una grandiosa cattedrale romanica capace di suggerire da sola uno splendido passato

L abitato dell’antica Jesolo sorgeva su un’isola, l’insula Equilus, oggi terraferma per effetto delle piene del Piave e delle bonifiche. Basta percorrere i pochi chilometri che separano i famosi lidi dal centro storico – affacciato questo sulla Piave Vecchia* e sulla Paluda (l’estremità nord-orientale della laguna di Venezia) – e osare oltre dove finisce la città verso la campagna, per imbattersi nei ruderi ancora notevoli di un monumento un tempo grandioso: la chiesa cattedrale di Equilo, costruita molto probabilmente nel XII secolo.

Quei ruderi martoriati sono lì a ricordarci un passato che la stessa comunità di Jesolo stenta a riconoscere, reciso com’è dal Medioevo in avanti. La Jesolo attuale è appunto l’erede dell’antica Equilo, insediamento ricordato in uno sparuto gruppo di documenti scritti medievali e abbandonato a partire dal XIII secolo. In casi come questo solo l’archeologia può tentare di riannodare i fili con la storia, dandole un senso e una profondità.

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