Pellegrini musulmani sulla strada del Sud Per le vie dell'Islam

Archeologia Viva n. 206 – marzo/aprile 2021
pp. 34-39

di Angelo Castiglioni

Nel periodo della presenza crociata in Terrasanta il flusso dei devoti verso la Mecca dovette cambiare itinerario passando da sud attraverso il deserto orientale nubiano e il mar Rosso: la ricostruzione della rotta dei pellegrini nelle indagini sul terreno dei fratelli Castiglioni

Nel XII secolo, i Crociati occuparono la Palestina. La prima crociata, invocata da papa Urbano II, iniziò nel 1096 concludendosi nel 1099 con la presa di Gerusalemme e la fondazione degli stati crociati in Terrasanta. Di conseguenza, la pista che i pellegrini islamici seguivano per raggiungere la Mecca e che passava attraverso la penisola del Sinai non fu più praticabile in sicurezza.

Avvertiva il viaggiatore e geografo arabo Ibn Jubayr (1145-1217): «Nel Sinai i Franchi (ovvero i Crociati) hanno un forte presidiato…». Ora i pellegrini, anche quelli che provenivano dalla costa mediterranea, preferivano la “strada del Sud”, un itinerario più complesso e difficile, anche se già noto, che prevedeva di giungere ad Assuan in Egitto, da qui entrare nel deserto nubiano orientale e, dopo non meno di cinquecento chilometri di traversata, raggiungere il mar Rosso dove si imbarcavano per la Penisola arabica sulla sponda opposta.

Continua a leggere sulla rivista