Porta Sarno. Un liberto racconta… Vita e morte a Pompei

Archeologia Viva n. 214 – luglio/agosto 2022
pp. 46-59

di Gabriel Zuchtriegel, Llorenç Alapont, Luana Toniolo, Joaquin Alfonso, Valeria Amoreti, Chiara Cicone, Sarah F. Evans, Maeva Lhériteau, Pilar Mas, Ana Miguelez, Tania Saez, Juan José Ruiz López

Archeologia della morte a Pompei e sensazionali scoperte presso Porta Sarno fra cui la sepoltura di tale Marcus Venerius Secundio

L’iscrizione apposta sulla sua tomba svela la storia di uno schiavo pubblico divenuto liberto e per la prima volta in maniera diretta attesta lo svolgimento di spettacoli in greco nella città distrutta dal Vesuvio… mentre lo scheletro (mummificato) testimonia pratiche funerarie inedite

Si chiamava Marcus Venerius Secundio. Visse nel I sec. d.C. e il suo scheletro mummificato – rimangono i capelli e un orecchio – è al centro di una delle ultime scoperte avvenute a Pompei. Siamo nella necropoli di Porta Sarno, a est dell’antico centro urbano. Sul timpano della tomba una lastra marmorea riporta l’iscrizione commemorativa che restituisce l’identità del defunto e molto altro. La scoperta è il risultato della campagna di scavo promossa in quest’area dal Parco archeologico di Pompei e dei ricercatori dell’Università di Valencia.

Si tratta di una tomba con una dislocazione privilegiata in quanto da Porta Sarno si accedeva direttamente a Via dell’Abbondanza, una delle strade più importanti e trafficate di Pompei. Dopo alcune indagini nel lontano 1999, a quasi vent’anni di distanza – grazie al progetto di ricerca e valorizzazione “Indagare l’archeologia della morte a Pompei, Necropoli di Porta Sarno” – sono stati avviati scavi sistematici sull’intera area funeraria, che nel 2021 hanno portato anche alla scoperta della tomba di Marcus Venerius Secundio subito citata all’inizio.

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