Pollentia-Urbs Salvia. Tutta la magia di una città romana Archeologia nelle Marche

Archeologia Viva n. 230 – marzo/aprile 2025
pp. 40-53

di Roberto Perna, Sofia Cingolani e Cecilia Gobbi;
Schede di Riccardo Carmenati, Sofia Cingolani, Marzia Giuliodori, Cecilia Gobbi, Roberto Perna, David Sforzini e  Ludovica Xavier de Silva

Le Marche centrali conservano le straordinarie testimonianze di una colonia sviluppatasi a più riprese nel territorio dei Piceni e caratterizzata da tutto quel complesso di edifici monumentali che di un centro abitato facevano una vera urbs ovvero una città degna di appartenere al mondo romano

Nella media valle del torrente Fiastra, Marche centrali, nel cuore del Picenum romano, da trent’anni l’Università di Macerata e il MiC affrontano con un approccio globale l’archeologia e la storia della città romana di Pollentia-Urbs Salvia e del suo territorio anche grazie allo scavo della villa rustica di Villamagna.

Dopo le ricerche di superficie, le indagini stratigrafiche si sono concentrate su diverse aree dell’antico centro urbano, che si sviluppa esposto a mezzogiorno alle pendici di una morbida collina.

La prima fase dell’insediamento è legata all’arrivo di coloni spontanei provenienti dall’area etrusco-laziale tra fine III e inizi II sec. a.C., quando lungo la Salaria Gallica si forma quello che in latino è definito un conciliabulum, ovvero un villaggio di cittadini romani. La Salaria Gallica, già nel III sec. a.C., consentiva di raggiungere il nord delle Marche e favorì la conquista romana del territorio dov’erano stanziati i Galli Sènoni. 

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