Benvenuti a Shamiram: città della regina Semiramide Scavi armeno-italiani

Archeologia Viva n. 231 – maggio/giugno 2025
pp. 28-38

di Roberto Dan, Varduhy Melikyan e Artur Petrosyan

Le nuove investigazioni sull’Altopiano armeno nella regione di Aragatsotn fanno il punto su alcuni momenti formativi della storia dell’antico territorio dell’Armenia in particolare per quanto riguarda il periodo dello stato di Urartu e per la fase in cui i poteri locali furono condizionati dalla potenza persiana

Le imponenti cime dell’Ararat e dell’Aragats sono le quinte di un paesaggio di straordinaria bellezza in cui opera la Missione archeologica congiunta armeno-italiana, già operativa nelle terre del Vayots Dzor (AV n. 212) e del Kotayk (AV n. 224) e che dal 2024 ha ripreso le esplorazioni nella regione di Aragatsotn presso il villaggio di Shamiram (il toponimo riecheggia il nome della leggendaria Semiramide).

Il sito, una quindicina di ettari su un rilievo a forma di promontorio protetto su due lati da profonde gole, presenta un vasto abitato attivo in varie epoche, del quale spiccano, tra le altre, sei linee fortificate. Sono ovunque visibili resti di edifici e di opere rupestri ricavate nel banco roccioso calcareo.

A sud del promontorio si sviluppano delle aree cimiteriali anche queste di epoche differenti, in parte coperte dal cimitero moderno, con oltre cinquemila sepolture censite che ne fanno uno dei complessi funerari più grandi della regione. 

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