Archeologia Viva n. 233 – settembre/ottobre 2025
pp. 64-67
di Autori Vari; a cura di Emanuela Cristiani
Le sostanze mediche (ri)scoperte dalle scienze archeologiche cliniche e forensi in un quadro di forte collaborazione interdisciplinare da cui è emersa l’importanza dell’analisi del tartaro dentale inteso come vero e proprio archivio biografico
Nella Roma antica, il termine medicamenta si riferiva a sostanze terapeutiche e comprendeva una vasta gamma di prodotti, dai semplici rimedi naturali a più complessi preparati.
I medicamenta includevano erbe, minerali e metalli, sostanze di origine animale; talvolta anche veleni, ben dosati per sfruttarne le proprietà curative. I minerali, inclusi sali e composti metallici, erano impiegati come antisettici o per cauterizzare ferite.
La formazione dei medici avveniva attraverso apprendistati, durante i quali si insegnava a riconoscere le erbe e a preparare i rimedi. I pharmacopolae, sorta di farmacisti, vendevano le materie prime oppure medicamenta già pronti.