Un uomo una donna. A Pompei ritratti per l’eternità

Archeologia Viva n. 233 – settembre/ottobre 2025
pp. 40-51

di Llorenç Alapont e Rachele Cava
scheda di Giancarlo Napoli; foto di Alfio Giannotti
Partecipazione allo scavo: Joaquin Alfonso Llorens, Juan José Ruiz Lopez, Ana Miguélez González, Pilar Mas Hurtuna, Tomas Hurtado Mullor, Victor Revilla, Antoni Puig Palerm, Silvia Alfayé Vilar, Altea Gadea Matamoros

Lui togato e autorevole lei riservata e pudica: marito e moglie della upper class furono sepolti vicini nella necropoli presso Porta Sarno immortalati da un eccezionale monumento funerario che ne esibisce status e ruoli all’interno della società pompeiana

La straordinaria scoperta è avvenuta nell’ambito del progetto d’indagine sull’archeologia della morte condotto nella città vesuviana dall’Università di Valencia

Nell’ambito del proget-to “Investigating the archaeology of death in Pompeii” si è conclusa una campagna di scavo all’esterno di Porta Sarno, a est della tomba del liberto Marcus Venerius Secundius (di cui abbiamo parlato su AV n. 214 sempre con l’eccellente corredo fotografico del nostro Alfio Giannotti). L’area funeraria di Porta Sarno, una delle più antiche di Pompei, fu attiva dal periodo sannitico (V sec. a.C.) fino agli anni che precedettero l’eruzione del 79 d.C.

Le sculture riportate in luce, per qualità dell’intaglio e per le caratteristiche chiaramente arcaiche, suggeriscono una datazione al I sec. a.C. in età romana repubblicana.

Per primo è stato scoperto un ampio muro rivestito di intonaco dipinto conservatosi per quasi tre metri di altezza, mentre il resto della struttura era crollato e ricoperto da un alto strato di depositi di pomice e lapilli.

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