11 settembre 2025
Tre medaglie con l’effige di papa Paolo II risalenti al XV secolo in un piccolo vaso: è una scoperta importante quella emersa dallo scavo di Piazza Venezia, che la Soprintendenza Speciale di Roma sta conducendo nell’ambito dei lavori per la realizzazione della Linea C.
Un vaso, tre medaglie, tanta storia
Durante la messa in luce delle fondazioni tardo quattrocentesche di Palazzetto Venezia è stato rinvenuto, all’interno delle fondamenta che delimitavano l’edificio a nord, un vaso in terracotta contenente tre medaglie commemorative in bronzo del 1465. Le medaglie recano l’effige di papa Paolo II, che commissionò la costruzione del complesso edilizio di Palazzo Venezia e anche dell’adiacente Palazzetto, avvenuta nel 1467.
Pratiche di buon auspicio
«Il rinvenimento di queste medaglie – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – verosimilmente nascoste al momento della costruzione dell’edificio ci svelano una pratica di buon auspicio connessa con l’attività edilizia del tardo Quattrocento. È suggestivo che la scoperta sia avvenuta durante l’attuale Giubileo, perché è l’occasione per arricchire le nostre conoscenze su un aspetto particolarissimo della vita quotidiana e delle pratiche legate a tradizioni commemorative, se non scaramantiche, connesse con l’attività edilizia della Roma dei papi nel Rinascimento».
Vicende di un edificio
Palazzetto Venezia venne spostato agli inizi del Novecento per la realizzazione di piazza Venezia e del Vittoriano: all’epoca l’archeologo Rodolfo Lanciani riportava il rinvenimento avvenuto durante dei lavori di rifacimento delle fondazioni di Palazzo Venezia di oggetti analoghi contenenti dalle tre alle cinque monete o medaglie. Gli attuali rinvenimenti sono avvenuti nelle fondamenta originarie del Palazzetto e gettano nuova luce su questo edificio.
Paolo II: il papa veneziano
È una figura singolare del Rinascimento italiano quella di Pietro Barbo, 211° papa della Chiesa Cattolica con il nome di Paolo II. Nato a Venezia nel 1417, a 23 anni è già cardinale e nel 1451 assume la titolarità della diocesi di San Marco: in questa veste nel 1455 avvia la costruzione di Palazzo Venezia, detto anche e non casualmente di San Marco. Alla morte di Pio II nel 1464 il Conclave a sorpresa lo elegge papa all’unanimità al primo scrutinio.
Due anni dopo la sua elezione, Paolo II ingrandisce il complesso di Palazzo Venezia avviando la costruzione del Palazzetto dove scelse di abitare per gran parte del suo pontificato. Alla sua morte l’edificio venne completato dal nipote Marco Barbo, allora patriarca di Aquileia.
Dal XVI secolo la sorte del Palazzo e del Palazzetto si legano alle vicende politiche che attraversano la penisola: nel 1564 papa Pio IV lo dona alla Repubblica di Venezia come riconoscimento per aver accettato le tesi del Concilio di Trento, e il complesso diviene l’ambasciata della Serenissima, prima sede diplomatica stabile a Roma.
Salvato dall’abbattimento
Tra i grandi interventi urbanistici avvenuti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento a Roma, divenuta capitale del Regno d’Italia, viene deciso l’ampliamento scenografico di Piazza Venezia per valorizzare il Vittoriano allora in costruzione. Tra i molti palazzi abbattuti, il Palazzetto ebbe la sorte di essere spostato dalla sua posizione a est della Cattedrale di San Marco e ricostruito nel 1910 a ovest di questa, utilizzando parzialmente il materiale originale. Dal 2006 è entrato a far parte del Museo nazionale del Palazzo Venezia (foto sotto).