Con i lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 234 – novembre/dicembre 2025
di Piero Pruneti

Morgantina, una “vicenda italiana”. Poteva essere anche questo il titolo dell’articolo che pubblichiamo per i settant’anni di scavi nel sito dell’antica città siciliana. Le università americane che si sono succedute nelle ricerche, con il particolare impegno dell’archeologo Malcolm Bell, di recente scomparso, che senza soluzione di continuità le ha dirette per oltre quarant’anni, hanno restituito al nostro Paese una memoria di cui non avevamo testimonianze materiali.

Una “vicenda italiana” per gli aspetti negativi, direi umilianti, e per il riscatto che alla fine abbiamo saputo ottenere. Da terra di saccheggio (e povertà: non dimentichiamo che i tombaroli, quelli che fanno il lavoro sporco di scavare, sono povera gente) al riconoscimento di una metropoli sicula ed ellenica, all’organizzazione di un Parco archeologico e di un Museo in un territorio dell’entroterra, quello di Aidone, in provincia di Enna, che ora può sentirsi erede di un grande passato.

Tutto, anche per i cittadini aidonesi, ebbe inizio in quel lontano 1955 e c’è una foto, con cui abbiamo voluto aprire l’articolo, dove la presenza sugli scavi del re Gustavo di Svezia si confonde con la curiosità e la partecipazione della gente del luogo, fino a quel momento ignara del tesoro che aveva sotto i piedi. Morgantina è un caso italiano anche per la restituzione di reperti monumentali che avevano preso la strada di prestigiosi musei statunitensi e che la stretta collaborazione fra Tribunale di Enna e Carabinieri TPC ha consentito di riportare a casa.

In questo è stata fondamentale l’attività d’indagine condotta con caparbietà da Silvio Raffiotta, il giudice aidonese “nemico dei saccheggiatori”, anche lui da poco venuto a mancare. La curatrice dell’articolo, Serena, è sua figlia, educata a lavorare in silenzio su obiettivi concreti. La Morgantina di cui parliamo su questo numero la dobbiamo, oltre alla collaborazione del Parco, alla sua volontà di esportarne la memoria oltre i confini ristretti dei professionisti.            

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”