Archeologia Viva n. 8 – novembre/dicembre 1989
pp. 28-33
di Anna Maria Liberati e Francesco Silverio
Al successo delle legioni di Roma determinato dalla efficiente organizzazione dell’intera struttura militare contribuì l’alta tecnologia raggiunta nel settore delle macchine da guerra
Uno dei cardini della potenza di Roma furono, in ogni tempo, le legioni: uomini preparati a combattere con disciplina ferrea, abili comandanti, una rigida gerarchia di ranghi caratterizzano i quadri dell’esercito legionario.
Ma se la sua indiscussa superiorità militare permise alla potenza romana di affermarsi e stabilizzarsi nel tempo, ciò si deve anche all’evoluzione degli ordinamenti tattici e degli strumenti bellici impiegati.
Se è vero che il legionario romano fu un combattente eccezionale, è anche vero che le sue vittorie sul campo furono determinate dalla perfezione raggiunta dalle armi e da un insieme di conoscenze tecniche, che possiamo definire di ingegneria militare, in gran parte di derivazione greca, ma dai Romani oculatamente adottate e impiegate.
L’esercito romano, il più efficiente del mondo antico, non poteva essere un’istituzione immutabile. La sua organizzazione variò e seppe adeguarsi alle situazioni politico-sociali e militari che la storia venne di volta in volta a presentare.
Con il termine di tormenta i Romani indicavano tutte le macchine belliche da getto (destinate a scagliare dardi o pietre) nelle quali la forza propulsiva era fornita dalla torsione di fasci, fibre, nervi o crini di animali. […]