Stonehenge: vero o falso? Preistoria tra miti e megaliti

Archeologia Viva n. 88 – luglio/agosto 2001
pp. 38-45

di Emiliana Petrioli

La fama “astronomica” dei celebri megaliti è stata messa in dubbio dall’ipotesi che essi siano stati spostati ad arte durante gli interventi ricostruttivi che hanno conferito al monumento l’aspetto attuale

Un articolo pubblicato su uno dei più diffusi quotidiani nazionali ha rischiato di incrinare la profonda ammirazione che anche in Italia milioni di persone nutrono verso uno dei monumenti preistorici più famosi. «La Repubblica» del 23 febbraio scorso, addirittura in prima pagina, titolava: Stonehenge, la leggenda ko. È stato tutto ricostruito, anche se poi nel corso dello stesso articolo si ridimensionava sostanzialmente il clamoroso annuncio. Uno studente di Bristol aveva rinvenuto delle foto che mostrano fasi del restauro effettuato sul monumento nel corso del Novecento e, in riferimento a esse, sottolineava appunto che Stonehenge sarebbe stato rimesso in piedi con una disposizione dei megaliti intenzionalmente variata, per attribuire al monumento quelle caratteristiche di “osservatorio astronomico” preistorico che contribuiscono non poco alla sua celebrità. Tuttavia, a fianco del suddetto articolo, è riportata l’opinione dell’archeologo Jean-Pierre Mohen, direttore del Laboratorio di ricerca dei Musei di Francia e vera autorità in fatto di megaliti, che conferma l’originalità della disposizione attuale di Stonehenge, sottolineando che le pietre restaurate furono rimesse al loro posto, come normalmente avviene in archeologia quando si ricostruisce un monumento con i suoi pezzi originari (l’operazione si chiama anastilosi). Ma vediamo di far luce su tutta la complessa questione. […]