I Liguri e l’antico Eridano Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 80 – marzo/aprile 2000
pp. 94-96

a cura di Fabrizio Paolucci

Lo scavo di una necropoli a Morano sul Po colma una lacuna nelle conoscenze del Piemonte protostorico restituendo ai Liguri del mitico re Cicno la concreta fisionomia di un popolo

Si dice che un musico di nome Cicno sia diventato re dei Liguri al di là del Po, sopra il territorio dei Celti e che, morendo per volontà di Apollo, sia stato trasformato in uccello». Con queste parole lo scrittore greco Pausania rievoca, nel II sec. d.C., un mito connesso alla saga di Fetonte, figlio di Apollo, ambientata sulle rive del Po e la cui origine si perdeva nella notte dei tempi. È probabile, infatti, che queste storie, nelle quali ritroviamo gli Argonauti e l’ambra, siano nate all’epoca delle più antiche frequentazioni greche della costa settentrionale dell’Adriatico, prima ancora che, sul finire dell’VIII sec. a.C., avesse inizio l’ondata colonizzatrice ellenica nell’Italia meridionale.

È indiscutibile, comunque, che questi miti presuppongano non soltanto la conoscenza geografica del fiume Po, dai Greci chiamato Eridano, ma anche la consapevolezza della sua eccezionale importanza quale facile via di penetrazione e di commercio verso l’interno. Basti pensare al fantastico viaggio della nave degli Argonauti che, secondo il racconto ripreso dal poeta greco Apollonio Rodio (III a.C.), risalì il Po sino… al lago di Ginevra, da dove gli eroi fecero vela verso il Mediterraneo scendendo le acque del Rodano.

L’archeologia ha dimostrato l’effettiva esistenza di un vivace commercio che legava l’Adriatico e l’Europa settentrionale nel periodo compreso fra la tarda età del Bronzo e la prima età del Ferro, attraverso quell’insieme di direttrici che interessavano i valichi alpini e che noi definiamo genericamente “via dell’ambra”.

I secoli a cavallo fra II e I millennio a.C. furono, del resto, anche un momento di radicale trasformazione nella val padana. Quei secoli segnano il tramonto della civiltà palafitticola-terramaricola, che aveva conosciuto il suo apogeo durante il Bronzo recente (XIII sec. a.C.). Le nuove culture a dimensione regionale che verranno affermandosi nel corso del XII e XI sec. a.C., come quella protogolasecchiana (nell’area lombardo-piemontese) o quella paleoveneta, saranno costrette ben presto a confrontarsi con la progressiva espansione di carattere precoloniale della civiltà protovillanoviana dall’Italia centrale verso la pianura padana. In questo complesso quadro storico dovremo quindi immaginare quelle popolazioni che Pausania definisce, quasi convenzionalmente, Liguri, stanziate fra il Po e le Alpi occidentali. Di esse, sino a poco tempo fa, non era possibile dire molto. […]