L’arte delle galee Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 21 – luglio/agosto 1991
p. 77

di Marco D’Agostino

Fino a poco tempo fa si conosceva solo la galea veneziana di Lazise

Ora la scoperta di una galea catalana rivela l’esistenza di commerci tra le due Spagne, cristiana e musulmana, e contribuisce alla conoscenza di questo tipo di imbarcazione

La galea è probabilmente il tipo navale medievale più conosciuto e studiato. Allo stato attuale va purtroppo constatato che gran parte delle cognizioni su di essa derivano dall’analisi dei trattati dei secoli XV-XVI e in particolare da quelli redatti in ambiente veneziano.

Va detto che in generale le istruzioni contenute in questi trattati sono piuttosto criptiche, destinate com’erano ad altri maestri d’ascia, che conoscevano le tecniche costruttive nelle loro linee generali e parlavano un gergo professionale. Esse sarebbero totalmente incomprensibili se non fossero in parte corredate da disegni e illuminate parzialmente da altri trattati a volte più vicini a noi nel tempo.

L’”archeologia delle galee”, come del resto gran parte dell’archeologia navale, ha quindi proceduto fino agli inizi degli anni 60 di questo secolo solo grazie all’analisi delle fonti archivistiche, pittoriche e modellistiche.

È del 1962, infatti, il ritrovamento dello scafo di una galea sottile nelle acque del lago di Garda antistanti Lazise (Vr). A essa è stato già dedicato un articolo in questa sede (vedi AV n. 5 – nuova serie) e nel prossimo numero si darà resoconto delle ultime indagini svoltesi nel corso del 1990.

Questo sito ha rappresentato per anni l’unica testimonianza di nave lunga a remi medievale. Tra il 1984 e il 1987, durante indagini condotte su un relitto romano al largo di Cadaqués (il “Culip IV”) da un’équipe del Centre d’Investigations Arqueològiques di Girona (Catalogna) diretto da Javier Neto, è stata rinvenuta una notevole quantità di ceramica medievale che ha portato alla scoperta di un nuovo scafo, denominato “Culip VI”, appartenente a una nave lunga tardo-medievale. […]