Le tombe di Cloz Roma in provincia

Archeologia Viva n. 34 – dicembre 1992
pp. 52-57

di Lorenza Endrizzi

La recente scoperta di alcune sepolture tardo-antiche in Val di Non riapre il capitolo della penetrazione romana nelle valli del Trentino apertosi con analoghi ritrovamenti più di un secolo fa

Geograficamente posto alle falde sud-orientali del Monte Ozol, lungo la strada che dal ponte di Mostizzolo sale verso il passo della Mendola, il piccolo paese di Cloz si è ritrovato per diversi giorni al centro dell’attenzione della stampa locale quando, nella primavera del 1990, venne data notizia dell’avvenuta scoperta di alcune sepolture tardo-romane nel corso di lavori di sbancamento. Attenzione comprensibile, ma forse un po’ esagerata, visto che fin dal secolo scorso Cloz ha restituito numerose testimonianze del suo più remoto passato, inserendosi in maniera significativa in quella ricca realtà archeologica che da tempo ormai contraddistingue la Valle di Non nell’ambito del territorio trentino.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo si colloca la maggior parte dei rinvenimenti. Le più antiche tracce di frequentazione umana a Cloz sono attualmente date dal recupero in località Panugola di due asce in pietra levigata risalenti all’età neolitica (IV-III millennio a.C.) e dalla presenza di ceramiche dell’età del Bronzo Medio (II millennio a.C.) sul dos de la Cros, utilizzato come probabile sede di abitato e completamente spianato all’inizio degli anni ’60.

La documentazione più consistente riguarda comunque il periodo romano e altomedievale: i dati che possediamo si riferiscono per lo più alla scoperta di tombe e ai relativi oggetti di corredo, molti dei quali vennero acquistati, all’epoca del rinvenimento, dal Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, dove ancora sono conservati. […]