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Chiusi etrusca: prove di sacrifici rituali Scoperta eccezionale

Foto apertura articolo: la sepoltura anomala rinvenuta a Chiusi nella necropoli etrusca di Poggio Renzo (prima metà del V sec. a.C.) su cui si stanno formulando le ipotesi di un’uccisione rituale.


Sepoltura anomala

Ci sono tanti motivi per tornare a parlare della straordinaria città etrusca di Chiusi. Lo fa Archeologia Viva nel numero di novembre/dicembre che dedica alla città di Porsenna ben 18 pagine (vedi: https://www.archeologiaviva.it/13120/cleusie-chiusi/ ).

Tra fake news da sfatare e nuove verità archeologiche da scoprire tiene banco o meglio col fiato sospeso la vicenda della sepoltura anomala, l’ormai famosa Tomba 4, rinvenuta nella necropoli chiusina di Poggio Renzo afferente al Polo museale della Toscana e la cui direzione è di Maria Angela Turchetti.

«Una vera e propria task force – ha spiegato l’archeologa durante la presentazione alla stampa del numero speciale di AV su Chiusi – sta cercando si svelare un mistero. Siamo davanti a una sepoltura anomala, praticamente senza corredo (a parte un piccolo amuleto a forma di scarabeo sul bacino), con un individuo in una posizione strana che fu sepolto quasi subito dopo la sua probabile esecuzione attorno alla prima metà del V sec. a.C. La postura così innaturale fa pensare che la vittima sia stata messa in ginocchio, sgozzata e gettata nel corridoio della tomba a camera poco prima di essere chiusa per sempre».

Un “precedente” che fa scuola

Il caso della sepoltura di Poggio Renzo ha varie analogie secondo la dottoressa Turchetti con la celebre tomba François di Vulci (340/330 a.C.) dov’è raffigurata l’uccisione rituale dei prigionieri troiani a opera di Achille e dai suoi per onorare la memoria di Patroclo.

Anche nel caso della tomba etrusca della provincia di Viterbo c’è una serie di individui con le mani legate dietro la schiena o appena liberate, perché la vittima sacrificale di una divinità deve accettare volontariamente il suo destino. Si tratta dunque di individui che vengono portati al macello, sgozzati e così sacrificati agli dei.

Tomba François a Vulci: sacrificio dei prigionieri troiani, copia d’affresco eseguita da Augusto Guido Gatti nel 1931.

Non erano dunque solo male lingue

«Le fonti antiche parlano di sacrifici umani e uccisioni rituali in Etruria – conclude la Turchetti – ma si credeva che fossero le solite voci maldicenti nei confronti degli Etruschi, vale a dire quel popolo così “barbaro” che andava ad ammazzare i cosiddetti prigionieri di guerra in barba a ogni regola di civiltà. A questo punto possiamo supporre che non furono solo gossip fatti circolare da parte di greci e romani». A conclusione delle indagini di laboratorio sullo scheletro ritrovato sapremo finalmente come andarono le cose…